QUANDO I FIGLI VANNO VIA DI CASA

La crescita dei figli si completa nel momento in cui essi diventano talmente indipendenti da poter riuscire a lasciare definitivamente la casa genitoriale per andare a vivere da soli.

Questa fase è molto importante per tutti i membri di quella che era la “vecchia famiglia”, perché richiede una ridefinizione dei ruoli e la creazione di nuovi equilibri all’interno del sistema familiare. I genitori continuano ad essere biologicamente tali, ma il loro ruolo nella vita dei figli muta significativamente ed assume connotazioni più vicine a quelle di una relazione simmetrica, tra adulti.

Nella pratica clinica, non è raro dialogare con madri che lamentano una certa sofferenza nella fase in cui i figli ormai adulti si sono staccati dal ‘nido familiare’.

Normalmente le madri soffrono maggiormente questo passaggio evolutivo rispetto ai padri, in quanto il loro investimento emotivo nell’allevare i figli è stato tale che, quando questi ultimi lasciano la casa, esse sentono un vero e proprio senso di vuoto (questa viene chiamata ‘sindrome da nido vuoto’). Oltre a questo, questo delicato momento può far emergere nei genitori una maggiore consapevolezza rispetto alla propria fase del ciclo di vita, facendo scatenare in alcuni casi ansie e paure rispetto all’invecchiamento.

Quando viene a mancare un membro che per molti anni è stato presente, anche in modo centrale, all’interno del nucleo familiare, la famiglia deve ridelinearsi e “sforzarsi” dunque di ristabilire nuove energie nel rapporto coniugale, in quanto la coppia può finalmente tornare alla centralità simile alla fasepre-genitoriale.

Può tuttavia anche capitare che, se la coppia continuava a stare insieme soltanto per la presenza dei figli, nel momento in cui i figli vanno via, questa si separi.


Redazione S.P.P.R
(Psicologo Porta Romana-Milano)