IL LUTTO COME SENTIMENTO DI VUOTO

Lo scorrere della vita e gli eventi ad essa connessi procurano nella nostra mente, oltre che gioie, anche dolori.

Nonostante questi dolori detengano il prerequisito dell’inevitabilità, in quanto imprescindibili per crescere, apportano sempre un sentimento di sofferenza.

La sofferenza psichica può essere generata dai fattori più disparati, a partire dalla perdita del posto di lavoro, a cui tanto tenevamo e per il quale abbiamo faticato molto, sino a giungere alla perdita di una stagione della vita a eravamo particolarmente legati.

In tutti i casi, e lo possiamo affermare con un elevato margine di precisione, il fattore accumunante le sofferenze del ciclo della vita di ogni individuo si esprime attraverso l’ elemento, che possiamo definire in termini generali, “perdita”.
Seguendo questo ragionamento è pensabile poter affermare che la “molecola” del soffrire psichico si esprima attraverso il restare privi di “qualcosa”.

Perdere lega e traghetta l’essere umano attraverso una dinamismo fatto d’interscambi fra ciò che si ottiene, dunque si acquisisce, si guadagna e ciò che si smarrisce, non si trova più.
Spesso si parla o si pensa al lutto soltanto nella dimensione della “perdita di una persona cara” in quanto deceduta, mentre, al contrario, si dovrebbe parlare di lutto anche semplicemente quando ci troviamo in presenza di una perdita di qualsiasi tipo e genere.

Qualcuno potrebbe obiettare che se perdiamo una partita di calcio, significativa per le sorti della classifica della nostra squadra del cuore, non dovremmo trovarci difronte all’elaborazione di un lutto, nulla di più sbagliato!! Anche la perdita di una partita di calcio, non superare i test d’ingresso alle facoltà universitarie, non essere considerati dalla ragazza verso la quale si prova un sentimento, rinunciare a quelle abitudini che ci facevano compagnia o addirittura la fine della nostra serie televisiva preferita, richiedono un elaborazione: l’elaborazione dell’assenza di un qualcosa per noi importante, qualcosa che ci teneva compagnia, che in qualche modo, ci nutriva.
Ogni lutto viene raggiunto da un sentimento che accomuna ogni persona che si trova a fare i conti con la sua elaborazione: il sentimento di vuoto

Nel momento e dal momento in cui si perde qualcuno o qualcosa ci si sente svuotati proprio dalla mancanza di quell’oggetto verso il quale avevamo investito in termini psichici. Questa mancanza porta le persone che ne sono colpite a migrare psichicamente da una stato di pienezza verso l’alone, spesso sfumato e non sempre facilmente decifrabile (spesso quando ci si trova in presenza di lutti che appaiono di poco conto) del sentimento di tristezza, apatia e rabbia.

L’unico e vero modo per orientarsi, con una modalità proattiva, verso la risoluzione di un lutto è riconoscere in prima istanza l’oggetto del nostro lutto per poi, in una seconda fase, investigarne i molteplici significati consci ed inconsci.

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