QUANDO LA DIFFERENZA D'ETA' ALLONTANA.

Buongiorno,
sono una ragazza di 25 anni e le scrivo per chiedere il suo parere e magari qualche consiglio riguardo a una difficile storia d'amore.
A 19 anni ho conosciuto un uomo che ne ha 20 più di me. Abbiamo cominciato a frequentarci e poi per una insicurezza di fondo da parte di entrambi, ci siamo avvicinati e aiutati a vicenda. Poi ci siamo innamorati e sono iniziate le evidenti difficoltà. I miei genitori non accettavano minimamente la cosa e ne soffrivano, così invece di dar loro retta, mi sono infilata ancora di più nei guai continuando a frequentare S. ma raccontando balle ai miei genitori. Le cose sono andate avanti per quasi 5 anni con profonde pressioni a cui io stessa mi sottoponevo non appena guardavo in faccia mia madre e pensavo al male che gli stavo facendo. In più io mi rendevo conto che per quanto stessi bene con R. e per quanto ci capissimo veramente a fondo, comunque a me mancava qualcosa: un rapporto sano, che potesse essere costruito alla luce del sole e non di nascosto e che soprattutto mi desse le speranze di un futuro e di una famiglia. (non è pensabile a 30 anni di fare figli con un uomo di 50 che oltre a poter essere mio padre, potrebbe essere il nonno dei bambini...ingiusto, per noi e per loro). In tutti questi anni per vari motivi R. ed io ci siamo visti relativamente poco, ma sentiti sempre e confidati sempre, sempre tutto. Un paio di giorni fa, in preda alla sofferenza ho deciso di parlare a mia madre e di risolvere la situazione, lei è stata comprensiva nonostante la botta psicologica che le ho rifilato e mi ha fatto capire una serie di cose. Mi sono fatta così guidare dal buon senso, dal cervello e dall'aiuto di mia madre e con R. ci siamo lasciati. Non è stata una chiusura brusca perchè sapevamo entrambi quali erano le circostanze e che prima o poi sarebbe successo. Lui ha capito che io ho bisogno di uscire da questa situazione e ha accettato tutto, ma con immenso dolore. Ora però ci sono altri problemi: il primo è che R. soffre da morire e io so per certo che soffrirà per alcuni mesi, il secondo è che a me manca terribilmente e vorrei vederlo e abbracciarlo.
Concludo il mio racconto dicendo che R. mi ha chiesto di continuare a sentirci e confidarci cercando di convertire il rapporto in una profonda intesa e amicizia. Io sono più che d'accordo nel farlo, ma ho paura che questo renda più difficile, il distacco emotivo. C'è ancora tanto amore tra di noi e io non so come fare per aiutare lui a superare il dolore.
Come posso arrivare ad accettare il fatto di uscire con un altro? E sopratutto come posso aiutare R. a superare ciò che è successo, ma mantenere comunque la profonda amicizia che abbiamo costruito in tanti anni?
Ringrazio tutti voi per l'attenzione e per gli eventuali consigli.
Cordiali saluti.

LO PSICOLOGO RISPONDE

Cara lettrice, la sua vicenda non è così inusuale come potrebbe apparire. I rapporti tra persone con notevoli differenze d’età esistono ed esisteranno sempre, come esisteranno sempre le resistenze da parte di chi ci ama (come i genitori) nel riuscire ad accettare un divario d’età come quello tra lei e R.
Leggendo con attenzione, sembrerebbe che lei ha sempre nutrito delle riserve verso questo rapporto. Sarebbe utile sapere se le riserve in questione riguardavano soltanto le diverse età o vi era, nel profondo, anche qualche altra motivazione circa il suo scetticismo. Delle volte può accadere che la nostra psiche si ‘avvantaggi’ di motivazioni evidenti o socialmente condivisibili (come quella di non potere portare avanti una storia anagraficamente difficile) per non affrontare tematiche interiori che, in alcuni casi, possono essere ‘più scomode’. La sua valutazione sugli svantaggi connessi alle tappe di vita (come la genitorialità), legati a questa differenza d’età, sono analisi che è bene fare e sulla base anche di queste è opportuno, poi, trovare l’energia per compiere delle scelte (anche se dolorose).
Per quanto concerne le opinioni della figura materna è opportuno anche trovare la capacità d‘ascoltare attentamente l’opinione di un genitore’, senza però modellarsi sull’ideale che il genitore vorrebbe imporre (anche se con amore) al proprio figlio.
Rispetto al suo dilemma se restare o meno amici, possiamo dirle che in relazioni di questo genere è particolarmente difficile, e forse alla lunga anche poco produttivo, restare amici in quanto rischiereste di sfociare in una relazione poco chiara e di probabile grande sofferenza per chi è ancora innamorato.
In ultimo potrebbe domandarsi come mai abbia investito la sua energia d’amore verso un uomo che, è inutile nasconderselo, potrebbe rappresentare una figura paterna.
Un caro e sincero saluto da noi tutti.

Staff Psicologo Porta Romana-Milano