SENTIRSI 'DISTRUGGERE' LENTAMENTE DA UN UOMO

Salve,sono una donna di 45 anni, separata con un figlio di 21 anni.
Dieci anni fa, ho preso la decisione di separarmi da un marito dispotico e manesco perchè innamorata di un'altro uomo  che all'apparenza sembrava essere innamorato a sua volta fortemente e disposto ad impegnari seriamente con me per la vita. Per 3 anni quest'uomo è stato perfetto emotivamente parlando, attento,presente, mentre nei rapporti intimi le cose andavano diversamente,per notevoli problemi da parte sua.Nonostante questo il mio prodigarmi per lui è sempre stato costante, rassicurante, in tutti i settori della sua vita, anche se però lui continuava a vivere con la madre. Di punto in bianco, lui comincia a dire che non vuole convivenze, che lo soffoco, che non se la sente di fare una storia seria, che non accetta mio figlio e tante altre cose che implicavano un allontanamento emotivo. Ha cominciato a farmi violenza psicologica, dal rifarmi i versi mentre parlavo, al denigrarmi dicendo che se avesse avuto i soldi, sarebbe andato con una bella donna tipo tv. Mi puniva per ogni cosa, persino per le gentilezze che gli facevo, per i discorsi per capire il comportamento, ed ho accettato ogni cosa, persino i 10 lasciti, lasciandogli il tempo di riflettere su cosa volesse veramente. Poi da solo tornava quasi in ginocchi pregandolo di perdonarlo per la sua inettitudine, e che sarebbe cambiato, ma allo scadere di qualche mese dalla conciliazione, lui ritornava anche peggio di prima più cattivo che mai. L'ho sempre giustificato, per i suoi precedenti, visto che è stato in carcere per 13 anni, ma ora mi ha lasciato un'altra volta, ed io mi guardo allo specchio ed ho perso la stima di me come donna, come persona, vado in confusione, non mi ricordo le cose, scrivo i numeri alla rovescia, e mi sento vecchia dentro e fuori. Più che per il suo comportamento, che comunque non mi spiego, vorrei capire perchè io ho accettato che mi distruggesse lentamente, ed un eventuale soluzione per poter star meglio.
 Grazie

LO PSICOLOGO RISPONDE

Cara Ambra,
in primo luogo vogliamo esprimerle la nostra comprensione per la situazione di sofferenza in cui si trova.
Lei ha descritto la sua vita sentimentale come un susseguirsi di scelte “sbagliate”. Ha lasciato un marito autoritario che non amava più, per intraprendere una relazione con un uomo che nel tempo non ha affettivamente investito nel vostro rapporto l’impegno che lei avrebbe voluto.
Seppure in modi diversi, Lei descrive questi uomini come entrambi poco rispettosi della sua persona in quanto individui o dal comportamento “dispotico e manesco” o violento dal punto di vista psicologico (le denigrazioni continue, le minacce di fuggire con un’altra donna, infatti, altro non sono che comportamenti aggressivi agiti nei confronti dell’altro).
Lei si pone una domanda molto opportuna: per capire come ripartire per cercare di raggiungere un benessere interiore, è necessario cercare di comprendere come sia possibile che lei abbia accettato questo per molti anni, vivendo in un’altalena di emozioni spesso molto negative arrivando, come lei stessa afferma, a distruggersi lentamente.
Le radici di questo atteggiamento andrebbero ricercate nelle motivazioni profonde per le quali la stima di se stessa si sia deteriorata, partendo dalla sua storia di vita anteriore alle scelte affettive che lei ha fatto nella vita adulta. Da questo percorso potrebbe intraprendere un lavoro su se stessa, senz’altro impegnativo ma possibile, per ritrovare le energie e le risorse che sicuramente possiede e metterle questa volta a servizio di se stessa e non di uomini che non possono darle l’amore di cui ha bisogno.
Un abbraccio

Staff Psicologo Porta Romana-Milano