LA PREOCCUPAZIONE PER GLI ATTACCHI D'ANSIA DEL FIDANZATO

Buongiorno a tutti voi,
vi ringrazio pe questa pagina interessante e di prezioso aiuto.
Ebbene, ho un problema che ormai mi turba da parecchio tempo.

Il mio ragazzo, 22 anni, ha smesso di fumare sostanza stupefacenti e da quel momento li, da 6 mesi a questa parte, soffre di ansia, non vuole uscire, allontanarsi da casa, ma unicamente si reca al lavoro assumendo fiori di bach e andando avanti con Valeriana in pastiglie. E' una situazione che sta divendo insopportabile, io non sono sostenuta nelle attività quotidiane (dalle più semplici come la spesa, alle più importanti come accompagnarmi dal dottore) e mi ritrovo sola in TUTTO. Per amore gli sto vicino, rinuncio a molte cose, ma ho 22 anni e non posso rinunciare alla mia giovinezza per lui. Sono frustrata.

Non se la sente neppure di uscire e andare da uno psicologo, perchè gli viene subito l'ansia, quindi, accetta questa situazione, pensando che anche a me possa andare bene.
Ma si sta rovinando anche lui, perchè in futuro, anche quando ci saranno figli, se va avanti così, dovrò fare tutto da sola anche li, senza il suo supporto (dal portarli a scuola, dal dottore, a spasso ecc). E' un impegno che non me la sentirei.
Come potrei fare? Parlargli? Come convincerlo a parlare con uno specialista?
Credetemi, è un tunnel buio, è veramente difficile e ne soffro.

Vi ringarzio sinceramente per il vostro aiuto.

Amanda


Cara Amanda,
comprendiamo bene la sua situazione. Le attività dello psicologo e dello psicoterapeuta si confrontano spesso con problemi che possono andare da piccole forme d'ansia (lievi) sino a manifestazioni più severe (gravi), come sembra stia accadendo al suo fidanzato. Dalla sua storia pare che, nonostante la vostra giovane età, voi viviate insieme.

Indubbiamente questa convivenza la porta ad assorbire con maggiore intensità e frequenza gli episodi di malessere del suo compagno e la vostra giovane età, per quanto sia bellissima, sta cedendo il passo a quella che possiamo definire la 'tardo adolescenza' (un periodo che, generalmente per chi lo vive, viene attraversato da taluni conflitti interiori e non).

Il quadro da cui partiamo è, in estrema sintesi, quello appena presentato e ci conduce doverosamente a toccare il tema della droga.

Nel suo scritto sembra che la scelta, matura, di abbandonare la droga, da parte del suo fidanzato, sia coincisa con l'inizio dei sintomi d'ansia. Per poterla aiutare ancora di più, per noi, sarebbe prezioso venire a conoscenza del tipo di sostanza utilizzata in passato, da quanto tempo la utilizzava e con quale regolarità. Conoscendo questi elementi si potrebbe valutare se ci si trova di fronte ad una manifestazione legata all'astinenza da sostanza o ad altra circostanza.

Perché il suo ragazzo si rivolga allo psicologo è fondamentale che si convinca, che prenda coscienza, di essere in uno stato mentale in cui un aiuto sarebbe facilitante per uscire fuori da quello che, usando le sue stesse parole, lei definisce un 'tunnel buio'.

Prima di concludere, potrebbe esserle d'aiuto comprendere che anche i familiari o i compagni di vita di una persona con problemi psicologici possono trovare giovamento da un supporto di tipo psicologico volto ad affrontare i temi da lei espressi all'interno della sua lettera.

Un abbraccio.

Staff S.P.P.R. ‘Studio Psicologo Porta Romana