IL RISCHIO DI ASSUMERE IL RUOLO DI UN ''AMICO QUASI PSICOLOGO..''

Le scrivo per farvi una domanda, ma faccio una breve prefazione ….Da qualche mese frequento una donna di 45 anni circa (io ne ho 44) che con il suo comportamento mi sta dando qualche perplessità. Premetto questa persona ha avuto un infanzia difficile. Suo padre morì d’infarto fulminante, quando lei aveva 13 anni e lei essendo in casa con il padre, si sente in colpa tuttora, per non essere riuscita all’epoca a fare qualcosa x salvarlo. La sua frase ricorrente è: “l’ho visto andare via in ambulanza e non è + tornato…” La madre di questa donna si è dedicata di + al fratello + piccolo e non molto a lei….Da qui io posso dedurre che abbia già di base dei problemi affettivi. Lei dalla sua parte non ha mai avuto relazioni importanti ma sempre diciamo “senza impegno” e che non sono durate mai + di sei mesi. Sin da quando abbiamo iniziato a frequentarci, lei mi ha detto che non era  “innamorata di me” e cioè sembra a detta sua che non sia scattata quella “molla” o <reazione chimica> che sia. Che in altre “relazioni” seppur brevi era lei ad essere “presa” ma che sentendola raccontare erano storielle senza impegno, dove è stata sempre lasciata dagli altri uomini…..io le ho risposto che non bisogna confondere l’innamoramento con “l’infatuazione” e che se l’hanno lasciata dopo poco tempo, da parte di queste persone c’era solo la voglia di “divertirsi”….Mi dice inoltre che lei non capisce il perché non riesce a darmi quello che in termini affettivi io le do e che aspettava da tanto tempo una persona come me, ma ora che c’è non sa come gestire la cosa…..che ha paura che ci facciamo “male” e che secondo lei potrebbe non funzionare…. C’è da dire che mi ha riconosciuto il fatto che sono stato il primo uomo a prestarle attenzioni e carinerie come mai lei ne ha ricevute nelle varie storie che ha avuto in passato…. Inoltre mi ha descritto il fatto che in concomitanza con la nostra frequentazione, lei abbia senso di disagio e qualche attacco d’ansia e soffra di fame nervosa….Ha ammesso che la fame nervosa potrebbe anche essere caratterizzata dal fatto che poco prima di conoscerci, si è staccata da un lavoro da dipendente e si è aperta una sua azienda. Quindi lei ammette che non sa effettivamente cosa le fa’ scattare il meccanismo della fame nervosa, dicendomi che forse anche prima aveva iniziato a mangiare di più. Nonostante il fatto che mi dica che non è “innamorata di me” e che “mi vede come poco + di una amico”, contando il fatto che lei dice che con un amico non ci sta in intimità, io vedo chiaramente che c’è voglia da parte sua di fare l’amore con me, mi cerca e mi dice ha voglia di vedermi o che le sono mancato nei giorni che non ci vediamo….che ha voglia di coccole e quando non gliele faccio me le recrimina….il suo sguardo e il suo comportamento, a mia sensazione, quando ci vediamo sembra quello di una persona ben disposta nei miei confronti…insomma quando ci vediamo e non entrano in gioco, (da parte sua) brutti pensieri, stiamo veramente bene…una sua frase che mi ha stupito è che dice di “sentirsi responsabile della mia felicità”. Valutando il fatto che possa avere problemi di carattere affettivo, oggettivamente non so cosa fare vedo in lei un comportamento nettamente diverso da quello che dice…ho pensato anche al fatto che siano dei meccanismi difensivi che si alzano anche x non soffrire….. Diciamo che sto già facendo qualcosa, per esempio non anticipo gli eventi, parlando di una convivenza. Con questa persona mi è scappato qualcosa, ma ho capito che non devo andare sul discorso….cerco di avere pazienza anche se a volte le sue “docce fredde” non mi danno una grande speranza di continuità della relazione. Sono sicuro che questa persona non mi rende partecipe del tutto delle sue paure e ansie, ma so che frequenta uno “psicoterapeuta” Freudiano, sinceramente non so quanto sia valido….io comunque ho dato a questa persona la mia disponibilità ad andare da uno psicologo, dove lei è già stata in passato per anni per i problemi relativi alla perdita del padre. La mia domanda è: che cosa posso fare per renderla + tranquilla e serena?? Per non farle sentire un peso delle domande che le attanagliano la mente??? Che cosa spinge (perché) una persona ad avere un comportamento complessivo di questo tipo???

LO PSICOLOGO RISPONDE

Caro lettore,
dalle sue parole e dal suo racconto dettagliato emerge il quadro di una donna che manifesta nei suoi confronti una certa resistenza nel ‘lasciarsi andare’.
E’ anche vero che questa persona non fa mistero circa la sua diffidenza e questo, almeno consciamente, la rende in una certa misura autentica.
Chiaramente il suo trascorso infantile legato al lutto paterno può avere esercitato una ‘leva’ nel gettare le basi di ciò che oggi rappresenta il suo assetto personologico. E’ probabile che la vicenda legata al padre mancato prematuramente possa averla influenzata nella relazione con gli uomini e dunque tale vicenda potrebbe essere un elemento da analizzare con grande attenzione, tatto e rispetto. Il problema riguarda il fatto che, a nostro avviso, non può essere lei a cercare le risposte per comprendere quali elementi abbiano giocato da protagonisti per edificare i problemi relazionali di questa donna.
Dai termini che lei utilizza, Luca, si nota la sua grande umanità e sensibilità, e questo è sicuramente un valore aggiunto (per lei come persona), ma forse non le è utile esercitare un ruolo che non le appartiene: quello del ‘confidente’ o di ‘colui che vuole aiutarla a risolvere..’ e le ragioni sono diverse. In primis, rischia di trasformarsi in un “amico quasi psicologo’ e non in un compagno ed, in secondo luogo, in questo modo lei continuerà a vivere un certo senso di frustrazione per il fatto che vive con costante consapevolezza i parziali rifiuti di questa donna.
Forse anche lei può trovare giovamento utilizzando la stessa sensibilità che utilizza per la sua amata anche per cercare di dare delle risposte a se stesso: ad esempio chiedendosi come vive in una situazione di rifiuto (soprattutto se questo avviene da qualcuno che desidereremmo diventi la nostra compagna) e come mai, nonostante ciò, sia disposto a restarci e soprattutto valutando se anche lei ha degli elementi o vicende di vita che l’hanno portata, oggi, a trovarsi in questa relazione, cioè a rapportarsi con una donna che la respinge come compagno d’amore.
Un caro saluto

Staff Psicologo Porta Romana-Milano