COME DIVORZIARE QUANDO SI HANNO FIGLI

Gentili dottori, sono vicina ad un cambiamento molto grande e doloroso della mia vita, che io stessa ho deciso dopo un lungo e sofferto periodo di riflessioni, credendo che sia la cosa più giusta per tutti. Dopo 6 anni di matrimonio ho deciso di separarmi da mio marito e di ricominciare da capo, dopo anni di matrimonio faticosi e duri da sopportare. Ho deciso che fosse meglio così per tutti, anche per mia figlia che dai suoi 4 anni di vita non fa altro che vedere un papà e una mamma insofferenti o, quando va bene, indifferenti. La mia paura più grande è quella di dare a mia figlia il peso di una vita infelice a causa di una famiglia non più famiglia. Vi ringrazio se vorrete darmi un vostro parere in proposito. Grazie.

Cara lettrice,

prima di tutto vorremmo esprimerle la nostra comprensione per la situazione difficile che sta attraversando. La decisione e la realizzazione di una separazione coniugale è sempre vissuta come una transizione molto dolorosa nella vita di una persona, un vero e proprio stravolgimento del proprio mondo affettivo e organizzativo, che richiede tempo e spazi di riflessione adeguati per poter elaborare la nuova situazione.

Comprendiamo la sua difficoltà nel voler prendere una decisione che sicuramente avrà un impatto anche nella vita di vostra figlia. E’ sicuramente una responsabilità perché in quanto genitori siamo, appunto, responsabili di rendere l’ambiente in cui i figli cresceranno un terreno fertile per far sviluppare nuove persone con amore, impegno e calore.

Questo dubbio che oggi la attanaglia è quello a cui molti genitori prima di lei hanno dovuto "far i conti" in situazioni analoghe alla sua.

Esistono molte ricerche in psicologia, realizzate negli ultimi decenni, che affrontano il tema dei cosiddetti “figli del divorzio”. Queste ricerche possono dare spunti di riflessione interessanti a chi si trova ad affrontare la complessissima transizione del divorzio. In primo luogo bisogna sottolineare l’importanza di un fatto, basilare, che a volte viene sottovalutato: prima nella separazione e poi nel divorzio, quello che viene sancita è la fine del rapporto coniugale, la fine cioè della dimensione di coppia tra i due partner. Ciò che rimane eterno e duraturo fino alla morte è invece proprio il legame con i figli, che ciascuno dei due genitori ha il dovere di preservare e di mantenere intatto. Per dirla in parole semplici, non si smette mai di essere genitori, men che meno da genitori separati. Questo aspetto è fondamentale perché le ricerche mettono in luce come sia determinante, per una crescita armoniosa e serena dei figli, che entrambi i genitori favoriscano e facilitino un rapporto sereno dei propri figli non solo con loro stessi, ma anche con l’altro genitore. Concretamente questo può tradursi nel facilitare le visite dell’altro genitore, nel non rendere negativa l’immagine dell’altro, nel fare in modo che il proprio figlio non senta mai persa l’altra “metà di sé”, con la sua storia, i suoi volti familiari, le sue abitudini. Il clima collaborativo che si respira tra i genitori quando riescono a tenere viva la co-genitorialità, malgrado la fine del loro rapporto d’amore, viene percepito anche dai figli come elemento base e  punto di riferimento per non sentirsi mai sprovvisti d’amore, di cura e di fiducia, potendo sempre contare su due genitori in grado di tendersi una mano reciproca al fine di garantire la continuità del legame genitoriale.

Studio-Psicologico-Porta Romana